Frittata di patate senza uovo

  • Pronta in: 50 minuti
  • Quantità: 4 persone
  • Difficoltà: Difficile
  • Tipo: Classico
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post di presentazione: Frittata vegan
Frittata di patate senza uovo Frittata di patate senza uovo

Ingredienti:

2 patate grandi
1 cipolla piccola
2 cucchiai di farina di grano duro
2 cucchiai di farina di mais per polenta
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
olio extravergne d'oliva
sale e pepe

Preparazione:

Lavare e sbucciare le patate, quindi tagliarle a fette molto dottili (quasi trasparenti). Affettare finemente la cipolla e metterla a scaldare in una padella antiaderente di circa 30 centimetri con abbondante olio d'oliva. Quando comincerà a soffriggere, aggiungere le patate e lasciar cuocere con il coperchio a fuoco bassissimo per cinque/dieci minuti, avendo cura di controllare che le patate non si brucino. Nel frattempo, preparare la pastella mescolando le due farine, il bicarbonato, il sale e il pepe con una frusta e aggiungendo a filo 40 millilitri di acqua tiepida, fino ad ottenere un composto piuttosto denso e senza grumi.
Girare le patate con una paletta da cucina cercando di non romperle troppo, salarle e, quando saranno dorate da entrambi i lati, aggiungervi la pastella di farina, mescolandola bene alle patate. Lasciar cuocere il primo lato per cinque/dieci minuti, quindi girare la frittata mettendovi un piatto rovesciato sopra e girando la padella (mantenendo una mano sul piatto). Rimettere la padella su fuoco, far scaldare altro olio e farvi scivolare nuovamente la frittata, ma dall'altro lato. Cuocere altri cinque o dieci minuti, finché sarà dorata.
La frittata senza uova è buona da servire tiepida o fredda, anche come imbottitura per un buon panino vegetariano.

Curiosità:

Grazie al personaggio di Fantozzi, la frittata di cipolle è diventata il simbolo della libertà casalinga. Nel film "Il secondo tragico Fantozzi", infatti, il maldestro ragioniere si permette la "degustazione" di questa tradizionale ricetta accompagnandola da una buona birra gelata, ma soprattutto dal famoso "rutto libero", che rigetta le regole sociali di ipocrita contegno borghese cui si trova costretto a far fronte, suo malgrato, fuori dalle mura domestiche.

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