Il titolo della ricetta richiama una serie di cartoni animati (chi ha figli under 5 lo sa) e rende bene l'idea: un dessert (o una merenda) molto gradita ai più piccini, ma decisamente golosa anche per gli "over"!  Il "pigiama" delle banane consiste in zucchero grezzo e cannella, da far sfrigolare in un piccolo cubetto di margarina.
Non è esattamente dietetica, ma ogni tanto uno strappo alla regola (e un po' di solletico alle papille gustative) non guasta, soprattutto considerando che è fatta con pochi ingredienti e a base di frutta. Vegan e vegetariani sono i benvenuti: tuffatevi nel gusto del nostro fine pasto!
Piccola nota: le banane in pigiama vanno servite calde, anzi, caldissime. E per gli "esagerati", sappiate che una spolverata di granella di nocciole complimenterà ancor di più la golosaggine!

Quella proposta – pensata e preparata dal mio compagno Andrea, fucina di idee culinarie – è una vellutata che è l'emblema della delicatezza. L'ingrediente base sono le patate arancioni, o patate americane o (vero nome) ipomoea batatas. L'origine del tubero è sudamericana, ma oggi viene coltivata anche in Italia, principalmente in Veneto e in Puglia.
E' importante sapere che gli allergici o intolleranti alle solanacee possono consumare questa zuppa, poiché le patate dolci non sono della stessa famiglia dei nostri comuni tuberi bensì delle convolvulaceae.
Il colore e la consistenza sono a metà tra quelle della comune zucca gialla e della carota, ma una volta cotta, frullata e unita alle cipolle si scioglie in bocca col suo sapore dolce.
Non è comunissimo trovarla, anche se nei supermercati, soprattutto nelle grandi città, comincia ad affacciarsi. Prepararla è semplicissimo, e stupirà i vostri commensali. E' una pietanza squisita sia calda che fredda... per completare l'esperienza, aggiungete un goccio di olio evo a crudo, una spolverata di pepe e una generosa manciata di erba cipollina sminuzzata. Vi assicuriamo che non sentirete la mancanza del goccio di panna o di latte che di solito viene aggiunto per rendere le vellutate più "morbide" al gusto.

Visto che siamo in tema di Cannes, ci permettiamo un piccolo omaggio cinematografico: scomodiamo la pellicola di Jon Avnet "Pomodori verdi fritti alla fermata del treno" (Fried Green Tomatoes nella versione originale) con la grandissima Cathy Bates per proporvi la ricetta di uno sfizio a cui in pochi potranno dire di no.
Il pomodoro scelto da Andrea, romano de Trastevere (che ci ha preparato l'irresistibile piatto) è del tipo Casalino verde. Sceglietene un paio medi, armatevi di farina di riso, pepe rosa macinato e… olio per friggere! 
Questo piatto è adattissimo per chi non mangia derivati animali ma anche per i celiaci, poiché la farina di riso, usata al posto di quella di frumento per fare la pastella, non contiene glutine.

Verissimo, con quaranta gradi in quasi tutta la penisola, chiedervi di friggere è un po' esagerato. Ma se incappate in una seratina fresca, i risultati vi ripagheranno della fatica. I falafel sono quanto di più sfizioso si possa chiamare finger food, e sono anche la scusa per rimpinzarsi di verdure, che potete mettere in diverse ciotoline come accompagnamento, oltre alle salse, sempre a base vegetale. Amati dai vegetariani e vegani di tutto il mondo, da quando sono stati esportati dal medioriente sono inarrestabili, e le ricette variano per tipo di spezie, quantità e tipo di legumi  e condimenti, ma alla base restano i ceci e le fave tritate, che ne fanno un ricettacolo di proteine non animali, potassio e ferro. La nostra ricetta è alla portata di tutti ed è davvero semplice da realizzare. Con le dosi suggerite si ottengono circa 25 falafel.

Il mio caro amico Lollo di Bologna, shiatsuka provetto, ci ha invitato a cena la scorsa settimana. Tra i succulenti piatti che ci ha preparato c'erano anche delle piadine di farro e ceci che ho pensato facessero al caso di Ricette Senza. Con le sue indicazioni ho provato a rifarle: la prima volta è stata da dimenticare (per colpa mia, che non avevo capito quanto consistente dovesse essere l'impasto) ma la seconda è riuscita alla perfezione, e la prova è nella foto! Quindi, col suo permesso, ne pubblico la ricetta e ve le consiglio accompagnate da creme di verdure di ogni foggia e colore, sia calde che fredde. Tra l'altro questo tipo di pane è privo di lievito di birra, quindi adattissimo a chi ne è intollerante. Attenzione per i celiaci: la farina di ceci non contiene glutine ma quella di farro sì, per cui, siccome la farina di farro viene usata per fare da legante, potete sostituirla con la fecola di patate. Da gustare calde. Buon appetito!

La mia amica Serena, vegan cuoca sopraffina, tempo fa mi ha mandato un link a una ricetta da un blog britannico per cimentarmi con un cheesecake vegano e prendere da lì lo spunto per variazioni sul tema. La ricetta prevede l'olio di cocco come addensante, e io dopo aver visitato tutte le erboristerie e i negozi bio del mio paesone non ne ho trovata traccia. C'era chi aspettava il riassortimento dopo le vacanze estive, chi lo vendeva solo per uso cosmetico (e quindi oltre i 12 euro per 100 ml) e chi proprio non lo teneva. Ma ormai la voglia di preparare un dolce era tanta per cui mi sono dotata di una confezione di panna vegetale da montare (in questo caso marca Sojade) e dei frollini vegan per la base (io ho usato i frollini di kamut senza olio di palma della Finestra sul Cielo che non diventano troppo "molli" in frigo) e ho detto: vediamo cosa viene fuori.
Ovviamente non è venuto fuori un cheesecake :) ma una buonissima crema da gustare al cucchiaio arricchita dall'aroma del limone e da frutta secca mista. A volte dagli sbagli…