Questa torta è uno dei tanti piatti la cui origine si perde nella notte dei tempi, e in qualche vallata tra l'Albania, la Grecia e il medioriente tutto. Però, diciamocelo, a noi interessano sì le radici ma anche la sostanza: e qui, signore e signori, di sostanza e di gusto ce n'è a profusione! Questa versione della torta Khadaif è stata preparata in una casa del Negev (nel sud di Israele) dalla signora Julie Michelle, che conosco molto bene, e alla quale ho chiesto la ricetta subito dopo aver assaggiato questa torta, preparata per noi in versione vegana per la prima volta. Vi consiglio di rifarla e soprattutto di gustarla nonostante gli ingredienti un po' bislacchi: vi sorprenderà! L'agar-agar è un addensante di origine vegetale. Si compra in erboristeria o nei negozi che vendono prodotti biologici. La pasta invece fa "le veci" della più famosa pasta kataifi, usata per tante preparazioni sia dolci che salate tra la Grecia e l'Egitto, passando per i paesi balcanici e quelli mediorientali.
Quando ho fatto per la prima volta questa ricetta, la mia intenzione non era di fare una carbonara, ma solo di preparare un buon primo con la zucca. Quando, però, i miei ospiti (peraltro ottime e allenate forchette) mi hanno detto “buona questa carbonara” ho assaggiato il boccone successivo con un altro spirito e devo dire che non ho dato loro torto: somigliava non poco al “classico dei classici” italiano. Ho provato, dunque, a rifarlo anche per altri ottenendo sempre lo stesso risultato: tutti mi chiedevano se era carbonara. Mi sono detta, allora, che avevo trovato (non volendo) un modo di rifare questa nota ricetta senza uova, anche se di fatto gli ingredienti sono molto diversi dalla ricetta originale: la carbonara, infatti, in genere si fa col guanciale e senza la cipolla.
Questa ricetta va benissimo per chi è intollerante al pomodoro e al lattosio. Il pecorino romano, infatti, come il parmigiano reggiano e il grana, non lo contiene, così come l'ottima pancetta affumicata dell'aziande piemontese Lenti (garantita anche senza glutine). Ma attenzione, chi è allergico o intollerante alle proteine del latte, non deve mangiarlo (o evitare di mettere il formaggio).
Oggi abbiamo di nuovo le chiacchiere, che l'altra settimana vi abbiamo proposto in versione senza glutine. Oggi, invece, senza uova, latte e derivati. La ricetta è stata sicuramente apprezzata dai miei ospiti di sabato pomeriggio: hanno fatto il fumo insieme a un buon tè... ed altri tipi di chiacchiere! E voi, fatemi sapere cosa ne pensate!
Sappiamo bene che l'argomento Falafel è già stato affrontato da noi di Ricette Senza (vedi la ricetta pubblicata qualche mese fa), ma l'avventura mediorientale di Ricette Senza continua, e non potevamo esimerci dal presentare la ricetta originale del luogo. Siamo in Israele, precisamente nella città di Beer Sheva, capitale del Negev, al confine con il deserto (ci sono stata pochi giorni fa ed è davvero da mozzare il fiato). Tra un panorama e l'altro, tra una città e l'altra o più semplicemente attratta dal profumo dei chioschetti non si può fare a meno dei falafel. Il falafel è veramente il minimo comune denominatore del cibo da strada mediorientale. E' un piatto trasversale: non importa di che ceto sociale tu sia, di che età e nemmeno di quale religione, si vede gente di tutti i tipi camminare addentando una pita o seduta davanti ai chioschetti sotto gli ombrelloni con piatti e piccoli contenitori pieni di insalate variegate e, appunto, falafel. Il rischio maggiore è quello di sbrodolarsi o di avere dei vistosi baffi di tahina (salsa di sesamo), visto che il piatto nazionale va assolutamente servito con generose porzioni di quest'ultima. Vi presentiamo oggi la ricetta dei falafel, ma permettetemi di fare un distinguo fondamentale: mentre nella maggior parte degli altri paesi i falafel sono costituiti da fave spezzate e prendono la forma di polpette schiacciate, in Israele sono rigorosamente sferici e fatti con i ceci. Siccome sono in questa terra, posterò la ricetta originale dei falafel israeliani di ceci. "Last but not least" come dicono gli anglofoni (ovvero: ultimo ma non meno importante) queste polpettine sono vegan e quanto mai adatte ai nostri amici intolleranti in quanto, appunto, senza uova, latte o derivati. Ps. i professionisti usano uno speciale attrezzo per confezionare i falafel, ma noi "poveri mortali" possiamo bagnarci le mani e formare delle palline di circa 3 cm di diametro. Buon appetito!
Alcuni medici dicono di no, altri di si. Ecco da dove nascono le incomprensioni...
Noi intolleranti ce lo sentiamo dire di continuo: “Le intolleranze alimentari non esistono”. E sono medici a parlare, non l’edicolante sotto casa (con tutto il rispetto per la categoria!). Eppure noi beviamo un bicchiere di latte, mangiamo una frittata e ci sentiamo male. E molti (altri) medici ci assicurano che si tratta di intolleranze alimentari, teoria che sembrerebbe confermata dalla crescente quantità di test che vediamo eseguire in moltissime farmacie accreditate, ma anche in laboratori e ospedali specializzati. Ma se non esistono, allora, di che parliamo? Chi ha ragione e chi torto?
Il dilemma mi è stato chiarito in maniera molto netta e comprensibile da uno dei maggiori esperti in materia del nostro Paese, il ricercatore (e medico) Marco Silano dell’Istituto Superiore di Sanità, che ho avuto il piacere di intervistare nel dicembre del 2008 mentre pensavo a cosa scrivere nella prefazione del nostro libro “100 ricette senza latte e derivati, uova e soia”...
Ho frequentato in queste ultime settimane un corso di cucina senza glutine organizzato dall'Associazione Italiana Celiachia della Toscana e della zona di Castelfiorentino (Firenze). Eccezionali e davvero simpatiche le organizzatrici e le cuoche che hanno tenuto le lezioni. Tra le ricette che ci hanno insegnato e che abbiamo avuto modo di assaggiare, ci sono questi favolosi gnocchi di castagne che possono essere conditi in vari modi, loro ce li hanno fatto assaggiare con burro e salvia. Ma il sugo secondo me più azzeccato è con radicchio rosso e pancetta affumicata (o speck), meglio se della ditta Lenti, che la garantisce senza glutine e lattosio.
Chi non è allergico o intollerante ai latticini può aggiungere anche 50 grammi di taleggio o gorgonzola o spolverare alla fine con abbondante parmigiano, ma il piatto è buonissimo anche senza, grazie all’equilibrio dei sapori dolce delle castagne, amaro del radicchio e affumicato della pancetta.
Si chiamano in tutti i modi: chiacchiere, bugie, cenci, frappe... ma sempre dei buonissimi dolci di Carnevale si tratta. In questi giorni li abbiamo fatti in versione senza glutine e ci siamo leccati i baffi. Ovviamente ci vuole un po' più di pazienza quando si va a stendere l'impasto (che dev'essere sottilissimo) perché tende a strapparsi e non stare insieme, ma basta un po' di pazienza e il risultato è assicurato!
Esistono diverse varianti per la preparazione di questi dolcetti: noi abbiamo usato il rum come liquore, ma la maggioranza delle ricette prevede la grappa. In più abbiamo scelto di mettere nell'impasto anche la buccia del limone, che troviamo irrinunciabile, ma non tutte lo prevedono. Insomma, l'interpretazione è libera (anche della forma): l'unica cosa sicura è che in tutte le regioni d'Italia questi dolci vengono cosparsi con dello zucchero (a velo o semolato) e, in qualche caso, con del miele.
Questa salsa mi è stata suggerita dal compagno di Beatrice, vero pozzo di (romane) idee culinarie. Lui me l'aveva suggerita per condire la pasta (e dev’essere senz’altro eccezionale, la proverò senz'altro), ma intanto ho voluto assaggiarla sui crostini di polenta. Ho sempre adorato le polentine: qui in Toscana stanno diventando un vero “must” delle trattorie più tipiche o delle sagre di paese. Oltre ad essere buonissime, sono anche senza glutine, al contrario dei normali crostini che normalmente sono fatti con il pane. In questo caso, siccome andavo di fretta, ho comprato la polenta già pronta reperibile ai banchi frigo dei supermercati, ma se avete tempo è certamente meglio preparare un buona polenta casalinga, lasciarla raffreddare e poi tagliarla a fettine sottili prima di metterla in forno.
Come suggerito da Andrea, per realizzare questa gustosa salsina abbiamo usato la pancetta affumicata Lenti, deliziosa e senza glutine e lattosio, come gli altri prodotti di quest’azienda piemontese. Per accompagnarla abbiamo fatto un pesto di pistacchi e parmigiano che, lo ricordiamo, è un formaggio che non contiene lattosio.
Laura
28. Dicembre, 2014 | #
Che bello, finalmente qualcuno che va oltre l'ottusità di certe affermazioni pseudoscientifiche sostenute da medici che non esito a...
Chiara
20. Novembre, 2014 | #
Grazie Cristina!!! Siamo contente che ti siano piaciute! Se cerchi altre ricette, puoi usare il nostro "motore di ricerca ad esclusione"...
Cristina
19. Novembre, 2014 | #
Grazie per l'idea, ho dovuto modificare la ricetta perche' date le allergie del mio bimbo la mia scelta di ingredienti e' limitata. Al...